CUORE E PREVENZIONE
IL CUORE: SE LO AMI NON TI TRADISCE

PARLIAMO DI FUMO

Indipendentemente da quando e quanto fumi, se smetti di fumare il tuo rischio eventi cardiovascolari si riduce notevolmente Presto sarà simile a quello di chi non ha mai fumato e i vantaggi di uno stile di vita sano si ottengono già dopo pochi giorni-settimane dalla sospensione del fumo!

Non è mai troppo tardi per smettere!

Allunga la speranza di vita e riduce l’insorgenza di malattie.

  • I maschi e le femmine che smettono di fumare tra i 35 e 39 anni, vivono in media, rispettivamente 5 e 3 anni di più rispetto ai coetanei che continuano a fumare; i maschi e le femmine che smettono di fumare tra i 65 e i 69 anni aumentano la loro aspettativa di vita in media di 1 anno.
  • La pressione del sangue e la frequenza del battito cardiaco diminuiscono e ritornano ai livelli precedenti.
  • Senza monossido di carbonio i tessuti ricevono più ossigeno.
  • Il rischio di avere un infarto cardiaco si riduce del 50% dopo 1 anno.
  • Il rischio di avere un ictus cerebrale regredisce in 5-10 anni.
  • Il rischio di cancro del cavo orale, dell’esofago e della vescica si riduce del 50% dopo 5 anni.
  • Il rischio di cancro del polmone è paragonabile a quello di chi non ha mai fumato dopo 10 anni dalla sospensione.
Migliora la qualità della vita.

  • Olfatto e gusto migliorano già dopo alcuni giorni.
  • La pelle ritorna più luminosa dopo alcune settimane.
  • I denti diventano più bianchi.
  • L’alito diventa più gradevole.
  • Gli abiti e i capelli non hanno più l’odore di fumo.
  • Il respiro migliora e scompare la tosse da fumo.
  • Migliora notevolmente la tolleranza allo sforzo.
  • Smettere di comprare sigarette porta a un notevole risparmio economico.

La trappola
Per “trappola del fumo” ci si riferisce al ciclo di dipendenza che molte persone affrontano quando iniziano a fumare. Questo ciclo può includere la dipendenza fisica dalla nicotina, la dipendenza psicologica dalle abitudini legate al fumo e le pressioni sociali che mantengono la dipendenza.

La tossicodipendenza
La nicotina, presente in tutti i tipi di tabacco, è una sostanza che dà dipendenza. Assorbita dai polmoni, raggiunge il cervello, dove interferisce con la funzione di alcune cellule. Con il tempo però la nicotina danneggia le stesse cellule nervose, rendendole incapaci di funzionare se la sostanza non è presente. Si instaura, così, una vera e propria tossicodipendenza, con relativi sintomi di astinenza che possono variare da lievi a gravi e includono:

  • craving o desiderio intenso di fumare;
  • irritabilità;
  • ansia;
  • insonnia;
  • difficoltà di concentrazione;
  • aumento dell’appetito;
  • cefalea;
  • tosse;
  • affaticamento.
Per coloro che devono smettere, le maggiori difficoltà si evidenziano entro 24 ore dall’ultima sigaretta ed il punto più critico, per resistere alla tentazione di ricominciare a fumare, si verifica nei primi 4 giorni. I sintomi dell’astinenza, però, tendono ad attenuarsi tra la prima settimana e il primo mese.

La nicotina è responsabile della dipendenza dal fumo.

I fumatori sono una minoranza della popolazione, ad oggi circa un terzo degli adulti. Il desiderio di smettere di fumare è presente in oltre 4 su 5 fumatori. Smettere di fumare è una delle cose più importanti che una persona possa fare per proteggere la propria salute, anche se spesso non è molto facile riuscirci. Molti fumatori, infatti, tentano di smettere più volte prima di avere successo.

Esistono oggi diverse strategie per aiutare i fumatori a smettere di fumare:

  • consigli per chi vuole smettere di fumare da solo;
  • tecniche di supporto individuale;
  • terapie di gruppo;
  • trattamenti farmacologici con sostanze che attenuano i sintomi di astinenza (nicotina e bupropione) da assumere sotto controllo medico.
Interventi combinati, ad esempio terapie di supporto e farmacologiche, sembrano essere particolarmente efficaci.

È attivo in Italia un Telefono Verde contro il Fumo (800 554088). Si tratta di un servizio nazionale, anonimo e gratuito, operativo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.00 e che svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno del tabagismo, rappresentando un collegamento tra Istituzione e cittadino-utente, un punto d’ascolto e di monitoraggio.

Il fumo aumenta il rischio di morte per malattie cardiache, ictus cerebrale, broncopatie e cancro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si stima che circa 8 milioni di persone muoiono ogni anno a causa del consumo di tabacco. In Italia si stimano circa 100.000 morti all’anno per malattie dovute al fumo, di cui il 25% in un’età compresa tra i 35 e i 65 anni. Un fumatore ha probabilità di morire precocemente per una malattia direttamente causata dal fumo.

Le sostanze nocive presenti nel fumo di sigaretta danneggiano l’organismo con diverse azioni:

  • cancerogena (sviluppo e accrescimento del cancro del polmone, del cavo orale, della laringe, dell'esofago, del pancreas, della vescica, del rene);
  • irritante (tosse, bronchite cronica, enfisema);
  • ossidante (enfisema, atero-sclerosi sotto forma di infarto cardiaco, ictus cerebrale, emorragia cerebrale, trombosi, invecchiamento precoce);
  • riduzione del trasporto di ossigeno ai tessuti;
  • aumento della pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.

Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di aterosclerosi e di infarto cardiaco:

  • può danneggiare le cellule che rivestono internamente i vasi arteriosi (endotelio) favorendo la formazione delle placche aterosclerotiche, che a livello coronarico possono diventare causa di infarto cardiaco;
  • può favorire l’aggregazione piastrinica, inducendo la formazione di trombi;
  • aumenta il monossido di carbonio nel sangue, riducendo la disponibilità di ossigeno per il cuore e per altri tessuti vitali;
  • la nicotina, come già detto, aumenta la frequenza del battito cardiaco e la pressione arteriosa.
Vi sono altri fattori che, come il fumo, fanno aumentare il rischio di aterosclerosi coronarica e infarto cardiaco: l’ipertensione, il diabete, gli alti valori di colesterolo nel sangue, l’obesità e uno stile di vita sedentario. Se un fumatore ha uno o più fattori di rischio la probabilità di malattia o di morte per aterosclerosi coronarica o infarto cardiaco si moltiplica.

Il fumo di sigarette è il più importante fattore di rischio di infarto cardiaco nei giovani (sotto i 50 anni) e nelle donne.
Le donne fumatrici hanno un rischio di infarto cardiaco 6 volte maggiore rispetto alle non fumatrici. Le donne che fumano ed usano contraccettivi orali hanno un rischio di infarto carico o di ictus 5 volte più alto rispetto alle donne non fumatrici che usano contraccettivi orali.

Anche il fumo del sigaro o della pipa è dannoso!
Anche i fumatori di pipa o di sigari hanno un aumentato rischio di morte per infarto cardiaco e ictus cerebrale; tuttavia, l’incremento di rischio è minore rispetto ai fumatori di sigarette, probabilmente per la minore quantità di fumo inalato.

I danni del fumo passivo
Il fumo passivo rappresenta il principale inquinante degli ambienti chiusi, in quanto comporta l’inalazione di agenti nocivi per l’organismo, derivanti dalla combustione lenta del tabacco contenuto in una sigaretta, in un sigaro o in una pipa e dall’aspirazione del fumo espirato dal fumatore, diluito con l’aria dell’ambiente; tali agenti nocivi, proprio come avviene per il fumatore attivo, incidono sulla salute delle persone: l’incidenza di malattie cardiovascolari e cancro al polmone aumenta rispettivamente del 25-30% e del 20-30% per i non fumatori esposti a fumo passivo. I rischi maggiori conseguenti all’esposizione al fumo passivo riguardano i bambini, dal momento che il loro organismo è ancora in via di sviluppo e, per tale motivo, più suscettibile agli effetti avversi derivanti dall’inalazione del fumo. L’OMS stima che circa 700 milioni di bambini, ossia almeno la metà dei bambini nel mondo, respirino aria contenente fumo di tabacco, in particolare a casa.

Gli effetti del fumo sulla gravidanza.
Durante la gravidanza, a fumare una sigaretta sono sempre in due: la mamma e il bambino. Il monossido di carbonio e la nicotina derivanti dalla combustione del tabacco sono altamente tossici per lo sviluppo del feto, predispongono a malformazioni congenite e possono compromettere la conclusione stessa della gravidanza.

Non assolviamo la sigaretta elettronica
Le sigarette elettroniche che determinano il vamping con nicotina, glicerina e glicole, non sono innocue. Esse, oltre a indurre tosse cronica, bronchite, esacerbazione dell’asma e/o polmonite, a lungo termine possono provocare danni anche al cuore, sebbene gli studi concordino su come queste sostanze siano meno dannose di quelle prodotte dalla combustione diretta della sigaretta. Infatti, gli effetti della nicotina emessa dalle sigarette elettroniche, secondo una rilevazione condotta da ricercatori svedesi su un gruppo di ragazzi, ha dimostrato un ispessimento della parete delle arterie (fattore di rischio per l’infarto del miocardio e per l’ictus cerebrale) e un incremento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Il tutto già nei primi trenta minuti successivi alla «svapata»

Quando si fuma una sigaretta, oltre alla nicotina, si produce una gran quantità di sostanze nocive per la salute.

La parte visibile del fumo contiene catrame. Se si fumano 20 o più sigarette al giorno, si accumulano ogni anno nei polmoni da 100 a 600 grammi di questo materiale scuro, appiccicaticcio, costituito da una complessa miscela di idrocarburi aromatici, cancerogeni. È giusto sapere che la concentrazione di queste sostanze nel fumo di sigaretta è 10.000 volte maggiore di quella presente nell’atmosfera in una strada nell’ora di punta!

La parte non visibile del fumo che rappresenta la maggior parte di ciò che viene aspirato, contiene gas tossici tra cui il monossido di carbonio (sostanza emessa anche dai gas di scarico delle automobili), l’ammoniaca, le nitrosamine, i nitrili, gli idrocarburi volatili, la formaldeide ecc. Alcune di queste sostanze derivano dai fertilizzanti e pesticidi usati per la coltivazione del tabacco.

Il monossido di carbonio si sostituisce all’ossigeno nei globuli rossi e riduce la capacità di respirazione di tutte le cellule.

Tutte queste sostanze, inoltre, non solo si concentrano nei polmoni e vengono assorbite nel sangue e trasportate in tutto l’organismo dei fumatori, ma si si depositano sulle superfici degli ambienti chiusi, soprattutto in appartamenti ed automobili, reagendo con altre molecole presenti nell’ambiente e determinando forme di inquinamento secondario, il cosiddetto fumo “di terza mano”, che, proprio come il fumo passivo.



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