SCOMPENSO CARDIACO
CHE COS'È L'INSUFFICIENZA CARDIACA?
L’insufficienza cardiaca è la condizione nella quale il cuore non riesce a pompare una quantità di sangue sufficiente a tutti gli organi e le parti del nostro corpo, oppure non riesce a riempirsi di sangue come necessario.
La stessa condizione è chiamata anche scompenso cardiaco, anche se questo termine sarebbe più adatto ad indicare le fasi dell’insufficienza cardiaca caratterizzate da accumulo di liquidi in eccesso e/o danno della funzione degli altri organi determinato dal cattivo funzionamento del cuore.
In seguito alla sempre maggiore efficacia delle cure e all’allungamento progressivo della vita media, il numero di pazienti affetti da scompenso è in progressivo aumento: circa 14 milioni di persone in Europa e oltre 1 milione in Italia (circa 200 mila nuovi casi all’anno) convivono con questa condizione che rappresenta per le persone anziane la prima causa di ricovero in ospedale
QUALI SONO LE CAUSE DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA?
L’insufficienza cardiaca può essere provocata da diverse cause, fra le quali le più frequenti sono:
- la pressione alta (ipertensione), specie se non curata: essa aumenta il lavoro del cuore, che nel tempo può ingrossarsi (cioè sviluppare ipertrofia), e affaticarsi;
- la malattia coronarica (malattia delle arterie che portano sangue arterioso al muscolo cardiaco), specie se ha determinato uno o più infarti, che hanno compromesso la capacità di contrarsi del cuore;
- le malattie del muscolo cardiaco (miocardiopatie o cardiomiopatie), a volte di origine sconosciuta, meno frequentemente possono essere conseguenza della assunzione di sostanze tossiche per il cuore (es. eccesso di bevande alcoliche o alcuni farmaci impiegati per la terapia dei tumori), o a infezioni virali (miocarditi); esistono inoltre forme con caratteristiche ereditarie: ciò vuol dire che vi è la possibilità che tale patologia possa interessare altri membri della stessa famiglia;
- le malattie delle valvole cardiache (valvulopatie) e le malformazioni del cuore presenti dalla nascita (cardiopatie congenite), che causano un aumento del lavoro del cuore e/o un’alterazione (per eccesso o per difetto) del flusso nei vasi polmonari.
QUALI SONO I DISTURBI PROVOCATI DALL’INSUFFICIENZA CARDIACA?
I principali disturbi (sintomi) provocati dalla insufficienza cardiaca sono:
- la stanchezza (astenia), la facile affaticabilità, la riduzione della capacità di compiere sforzi fisici e, nelle forme più avanzate, anche le attività più leggere (ad es. vestirsi);
- la mancanza di respiro e l’affanno (dispnea) durante sforzo (intenso, medio o leggero, in rapporto al grado di malattia), o addirittura a riposo; caratteristica dell’insufficienza cardiaca è la difficoltà a respirare stando sdraiati, che migliora in posizione seduta o rende necessario utilizzare 2 o più cuscini per dormire;
- il gonfiore (edema) dovuto all’accumulo di liquidi nei tessuti molli delle gambe, con aumento progressivo del peso corporeo, che spesso lo precede. L’edema può essere evidente (le scarpe risultano strette, la calza lascia il segno), ma a volte può essere riconosciuto solo osservando che, premendo con le dita intorno alla caviglia o sulla faccia anteriore della gamba, si lascia l'impronta; si manifesta soprattutto alla sera;
- la sensazione di ingombro addominale (qualche volta con dolore alla bocca dello stomaco o al fianco destro, che compare durante l’attività fisica o dopo pasti anche non abbondanti) dovuto alle difficoltà digestive per ridotto apporto di sangue all'apparato digerente e all'accumulo di liquidi a livello del fegato;
- la sensazione di palpitazioni, battito cardiaco accelerato (tachicardia) o rallentato (bradicardia) o comunque irregolare (aritmia);
- i capogiri o vertigini, generalmente non preoccupanti se di breve durata o associati al passaggio dalla posizione sdraiata o seduta a quella in piedi; da segnalare prontamente al medico se indipendenti dal cambiamento di posizione e associati ad accelerazione, rallentamento o irregolarità del battito cardiaco.
- un altro segno iniziale di scompenso può essere la diuresi concentrata prevalentemente nelle ore notturne.
COME SI CURA L’INSUFFICIENZA CARDIACA?
L’insufficienza cardiaca è nella maggior parte dei casi una condizione cronica; che deve essere seguita e curata per tutta la vita. L’obiettivo delle cure è allungare la vita e migliorare la qualità di vita del paziente con insufficienza cardiaca. La terapia della insufficienza cardiaca si articola sui farmaci e su alcuni trattamenti non farmacologici , fra i quali i più importanti sono alcuni interventi cardiochirurgici e l’applicazione di dispositivi elettrici quali defibrillatori e pace-maker. Parte integrante del programma terapeutico è rappresentata dalla adozione di uno stile di vita adeguato , sia in termine di misure generali di prevenzione cardiovascolare, che rispetto ad alcune norme specifiche (riduzione dell'introito di sale, limitazione della assunzione di acqua e liquidi in genere) che nel soggetto con insufficienza cardiaca acquistano un valore particolare.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca avanzata e refrattaria, l’impianto di sistemi miniaturizzati e di lunga durata di assistenza ventricolare (VAD) è in grado di sostituire in parte o completamente la funzione di pompa del cuore. Tali dispositivi possono essere impiegati sia in pazienti candidati a trapianto di cuore sia in pazienti che, per età o altre condizioni, non possono essere sottoposti ad un futuro trapianto. Il trapianto di cuore rimane sicuramente la terapia sostitutiva principale per il trattamento di pazienti affetti da scompenso cardiaco non responsivo alle terapie e alle procedure precedentemente descritte. Grande limitazione di questa terapia è la carenza del numero di donatori rispetto a coloro che si gioverebbero del trapianto.
I FARMACI
Le terapie farmacologiche disponibili oggi hanno consentito un sostanziale miglioramento della storia naturale dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca. In questo ambito esistono farmaci in grado di curare alcuni dei sintomi più invalidanti della insufficienza cardiaca (è il caso dei diuretici rispetto alla ritenzione di liquidi) ed altri in grado di contrastare, rallentare o addirittura far regredire i meccanismi alla base della malattia insufficienza cardiaca. La maggior parte dei pazienti con insufficienza cardiaca assume diverse medicine; anche se può essere difficile e scomodo prendere tanti farmaci diversi, l’obiettivo è quello di mantenere il più a lungo possibile le condizioni di compenso (e quindi il benessere del paziente) e utilizzare al massimo possibile i farmaci che sono in grado di “curare” l’insufficienza cardiaca, preservando il cuore dal peggioramento o addirittura migliorandone le prestazioni. Vengono riportate di seguito le classi di farmaci più comunemente impiegate nel trattamento della insufficienza cardiaca. Ovviamente non tutti i pazienti devono assumere tutti i farmaci qui elencati.
DIURETICI: sono farmaci che aumentano la diuresi e permettono quindi di eliminare i liquidi in eccesso, di respirare meglio e ridurre il gonfiore di caviglie, piedi e gambe.
- La dose del mattino è più efficace se assunta a digiuno e/o dopo colazione leggera e si resta sdraiati per circa un’ora.
- Il dosaggio non è fisso ma modificabile in base al peso corporeo: imparerai con il tuo medico o con l’infermiere specializzato ad autogestirlo.
- È importante segnalare la comparsa di crampi ai polpacci che possono indicare la perdita di potassio che spesso può associarsi all’azione diuretica: va quindi posta attenzione ai livelli ematici degli elettroliti (potassio, sodio e cloro).
- È molto importante limitare l’assunzione quotidiana di liquidi (acqua, bevande, minestre, frutta, verdura) a quanto consigliato dal proprio medico, per evitare di peggiorare la congestione e/o di dover assumere quantità eccessive di diuretici.
- In caso di condizioni di disidratazione (diarrea, sudorazione profusa, in particolare nei caldi mesi estivi) e presenza di valori pressori bassi può essere necessario ridurre il dosaggio del diuretico, parlandone con il tuo medico.
ACEINIBITORI e SARTANI: sono farmaci che dilatano le arterie alleviando il lavoro del cuore; contrastano gli effetti negativi delle sostanze ormonali prodotte durante le fasi di peggioramento dello scompenso; migliorano i sintomi, la sopravvivenza e riducono le ospedalizzazioni.
- Dopo la prima prescrizione il dosaggio può essere aumentato gradualmente dal tuo medico. Ricorda che anche il miglioramento dei sintomi è graduale e che sono farmaci che influenzano i valori di pressione arteriosa; il tuo medico, specialmente all’inizio del trattamento, saprà consigliarti su come assumerli nel modo più opportuno.
- La comparsa di tosse secca, stizzosa, mal sopportabile, potrebbe essere un effetto collaterale dell’ACE-inibitore: non è sempre necessaria la sospensione del farmaco, ma il problema va valutato con il medico il quale provvederà ad una eventuale sostituzione del farmaco.
ARNI: in alternativa a ACE inibitori e sartani, nei pazienti con caratteristiche idonee, il medico può prescrivere questa classe di farmaci, che ha un meccanismo d’azione simile ai precedenti ma più innovativo.
- Questa classe di farmaci ha un effetto più pronunciato sulla pressione arteriosa, che deve essere monitorizzata in modo attento, soprattutto all’inizio del trattamento, per evitare che si riduca troppo bruscamente.
- È importante che questi farmaci non siano assunti contemporaneamente a sartani e ACE inibitori, che devono essere interrotti prima di iniziare la terapia; per gli ACE inibitori è necessaria una sospensione di almeno 36 ore; il medico saprà descrivere come assumerli correttamente.
BETABLOCCANTI: sono farmaci che aiutano a regolare meglio l’attività del cuore, contrastando l’esagerata iperattività neuro-ormonale che contribuisce alla progressione della malattia. Riducono il lavoro del cuore diminuendo il suo fabbisogno di ossigeno; riducono la frequenza del battito e della pressione sanguigna. Se ben tollerati, rappresentano una delle armi più efficaci a disposizione per modificare il decorso clinico della malattia, riducendo il numero di ospedalizzazioni e aumentando la sopravvivenza.
- Il dosaggio del farmaco è in genere molto basso all’inizio del trattamento e va aumentato progressivamente sotto controllo medico.
- Il miglioramento dei sintomi e gli effetti sulla funzione del cuore si evidenziano solo dopo alcuni mesi di trattamento, per cui bisogna aver pazienza specie all’inizio della terapia e avere fiducia in essa, anche se, soprattutto all’inizio, possono causare spossatezza.
- È importante avvisare subito il medico o il personale infermieristico specializzato in caso di rallentamento eccessivo del battito cardiaco, di abbassamento eccessivo della pressione o di comparsa o peggioramento dei sintomi durante la fase di incremento del dosaggio.
ANTIALDOSTERONICI: vengono utilizzati in aggiunta di altri farmaci e si sono rivelati capaci di migliorare l’aspettativa media di vita e ridurre il numero di ricoveri ospedalieri.
Prestare attenzione però alla funzionalità renale e ai valori di potassio nel sangue.
GLIFLOZINE: utilizzati inizialmente per il diabete mellito, questa classe di farmaci è molto efficace anche nello scompenso cardiaco. Non causano significativa riduzione della pressione arteriosa né rallentamento del battito cardiaco, ma soprattutto nelle fasi iniziali è necessario sottoporsi agli esami di laboratorio che saranno prescritti dal medico. Inoltre, causando l’eliminazione di glucosio nelle urine, è necessario rispettare una rigorosa igiene intima, per evitare infezioni.
DIGITALE: è un farmaco che migliora la contrazione del cuore e aiuta a regolare la frequenza del battito in caso di fibrillazione atriale.
STIMOLANTI DELLA SGC (guanilato ciclasi solubile): nuova tipologia di farmaci vasodilatatori, indicati in pazienti che hanno avuto una recente instabilizzazione della malattia. Questa classe di farmaci può avere un effetto sulla pressione arteriosa, che può abbassarsi, e che pertanto deve essere monitorizzata.
Puoi richiedere gli opuscoli della Fondazione per il Tuo cuore.
Scrivi una e-mail a segreteria@periltuocuore.it indicando quali desideri ricevere e il tuo indirizzo oppure telefona al numero 055 5101367
Aggiornati anche sugli altri argomenti nella sezione Malattie del cuore