ICTUS
É un deficit neurologico che insorge improvvisamente a seguito di un difetto della circolazione cerebrale. Quando per una qualsiasi ragione il flusso di sangue diretto ad un’area del cervello si riduce e si interrompe le cellule nervose non ricevono più ossigeno e vanno incontro a sofferenza, perdendo in parte o completamente le loro funzioni.
Si differenziano due tipi di ictus:
- ictus ischemico o infarto cerebrale, il tipo di ictus di gran lunga più frequente (circa 85% dei casi). Il mancato afflusso di sangue può essere causato da un restringimento progressivo o dalla chiusura improvvisa di un’arteria che porta il sangue al cervello. Se l’ostacolo alla circolazione cerebrale non viene rimosso entro pochi minuti le cellule nervose vanno incontro ad un danno definitivo.
- ictus emorragico è dovuto invece alla rottura di un’arteria cerebrale. Ciò si verifica in seguito all'aumento della pressione arteriosa, come nel caso dell'emorragia cerebrale, oppure per la presenza di una malformazione della parete (aneurisma).
I sintomi sono dovuti alla perdita transitoria o permanente di determinate funzioni cerebrali e dipendono dalla localizzazione del danneggiamento strutturale all'interno del sistema nervoso centrale.
L’Attacco Ischemico Transitorio (TIA) è caratterizzato da un ischemia transitoria i cui sintomi si risolvono in 24 ore, tuttavia possono essere importanti segni premonitori che se riconosciuti e trattati possono prevenire un ictus definitivo.
L’ictus cerebrale, rappresenta la terza causa di mortalità in Italia, dopo la cardiopatia ischemica ed i tumori. Nella maggioranza dei casi, inoltre, dà luogo a gravi infermità con bisogno di assistenza, da parte sia della famiglia che delle strutture di riabilitazione, con risvolti socio-economici di notevole entità. La sua incidenza aumenta con l'età e soprattutto dopo i 50 anni, con oltre 130.000 nuovi casi all’anno in Italia (numero destinato a salire a oltre 170.000 nel 2008).
Più o meno un ictus ogni tre minuti. La sua prevalenza è di circa 800.000 casi nella popolazione italiana e sarà di circa 1.000.000 di casi nel 2008.
Poiché l’evento acuto in genere colpisce solo la parte destra o la parte sinistra del cervello, anche i sintomi sono spesso lateralizzati e possono includere:
- perdita della sensibilità o di forza in un lato del corpo o del viso,
- paralisi di un lato del corpo o del viso,
- perdita della vista nel campo visivo sinistro o destro, visione sdoppiata,
- difficoltà del linguaggio o della articolazione delle parole,
- vertigini, vomito e perdita della coscienza,
- mal di testa improvviso e intenso senza causa apparente.
Si possono manifestare varie combinazioni di questi sintomi o magari uno soltanto.
In molti casi l’ictus determina un danno permanente del tessuto nervoso con conseguenti deficit permanenti, che tuttavia possono giovare della terapia riabilitativa.
Se voi stessi o una persona vicina a voi manifesta uno o più di questi segni, non perdere tempo e chiamate subito il 112 o il numero dell’emergenza sanitaria, inoltre controllate l’ora di esordio dei sintomi poiché la terapia è diversa in relazione a quanto tempo è passato dall’inizio dei disturbi all’inizio terapia.
Esempi di deficit che possono far sospettare un evento ischemico cerebrale normale se proviamo a far sorridere una persona si evidenzia un deficit nella parte destra (o sinistra) del viso.
Facendo eseguire un semplice esercizio come evidenziato in Fig. A per almeno 10 secondi ad occhi chiusi potremo evidenziare dei deficit di forze lateralizzate (Fig. B)
Mentre le possibilità di intervento acuto sono limitate, le possibilità di prevenire un evento ischemico cerebrale sono notevoli: innanzi tutto andranno corretti i fattori di rischio che altro non sono che quelli delle malattie aterosclerotiche:
- controllo della pressione arteriosa e trattamento dell’ipertensione;
- astensione dal fumo;
- controllo del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi);
- controllo del profilo glucidico (diabete mellito);
Si raccomanda un ottimale trattamento di eventuali patologie cardiovascolari concomitanti (cardiopatia ischemica, aritmie, valvulopatie, vasculopatie...).
Le terapie acute dell’ictus in particolare il ricorso al trombolitico (farmaco che scioglie il trombo che ha determinato l’occlusione del vaso) nell’ictus ischemico ha registrato progressi significativi durante gli ultimi anni, tale trattamento può essere applicato ad un numero limitato di pazienti e peraltro deve essere effettuato entro tre ore dall’esordio dei disturbi una volta esclusa con TAC o Risonanza Magnetica un'emorragia cerebrale.
Si applica in unità specializzate (“stroke units”) presenti solo in una piccola parte degli ospedali italiani.
La terapia standard prevede l'utilizzo di antiaggreganti o anticoagulanti.
In alcuni casi può rendersi utile eseguire una tromboendoaterectomia (ossia una rimozione chirurgica del trombo) o una angioplastica del vaso occluso o ristretto (dilatazione con palloncino ed eventuale posizionamento di stent).
Nel caso di ictus emorragico sarà necessario nella maggior parte dei casi l'intervento neurochirurgico di drenaggio.
Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) o Risonanza Magnetica Nucleare (RMN): indagine radiologica che permette di verificare l’eventuale estensione dell’ischemia o l’eventuale presenza di emorragia.
Ecocolor Doppler dei Tronchi Sovraortici: valutazione con ultrasuoni dei vasi del collo per evidenziare eventuali restringimenti o occlusioni.
Ecocolor Doppler Cardiaco o Ecocardiotransesofageo: per valutare eventuali difetti cardiaci o fonti emboligene.
Angiografia Cerebrale: per valutare il decorso dei vasi che portano sangue al cervello anche intracranici (oltre ovviamente agli esami del sangue, all'elettrocardiogramma etc.)