Mettere a mollo in acqua fredda ceci e fave per 24 ore. Affettate la cipolla. Scottate per 30 secondi in acqua bollente i pomodori e tagliateli a pezzi, eliminando semi e parti bianche. In una casseruola (se potete di terracotta) dorate la cipolla. Aggiungete i pomodori, l’Harissa, il pepe di Caienna e cuocete a fuoco medio per 10 minuti. Unite quindi i ceci e le fave ammollate, a cui avrete tolto la parte nera; coprite d’acqua e cuocete a fuoco medio per 2 - 3 ore finché i ceci diventano teneri. Nel frattempo pulite bene il peperone dolce e tagliatelo a pezzetti non troppo piccoli (1 - 2 cm di lato). Togliete la scorza alla zucca e tagliatela a cubetti, sempre di 1 - 2 cm di lato. Aggiungere ai legumi la zucca, il peperone, il prezzemolo: salate e cuocete a fuoco basso per altri 30 minuti circa, finché la zucca risulti tenera, ma non sia disfatta.
Servite la zuppa calda, dopo averla decorata col prezzemolo tritato rimasto.
Le Tbikha sono zuppe di legumi e verdure tipiche dei paesi del Maghreb: ne esistono ricette differenti in Algeria, in Tunisia e in Marocco, che utilizzano sia legumi secchi che legumi freschi. Quella della presente ricetta è la versione marocchina con le fave secche.
Il gusto decisamente piccante conferito dal pepe di Caienna e l’Harissa è temperato da quello neutro dei ceci e dalle fave e dal sapore dolce della zucca del peperone rosso. Nello stesso tempo ceci, zucca e peperone contrastano il sapore amaro delle fave cotte con la buccia, in un equilibrio di sapori spesso difficile da raggiungere, che ne fanno uno dei capolavori della cucina popolare mediterranea (sempre che vi piaccia il peperoncino).
La ricetta originale (Tbikha à la Courge Rouge) prevede l’utilizzo della zucca a polpa rossa, più comune nel Nord Africa: il risultato è una zuppa un poco meno saporita, ma più rinfrescante.
N.B. L’Harissa è una pasta di peperoncino, coriandolo, aglio, cumino di produzione tunisina, ormai facilmente reperibile nei supermercati o nei negozi etnici sempre più comuni nelle nostre città. Si trova sia in tubetti che in barattoli e la più comune, se non l’unica, è la Harissa Le Phare du Cap Bon, ottima.