ZUPPA DI CECI E CASTAGNE SECCHE
Ingredienti per: 4 persone
Tipologia: Piatto_unico
Calorie totali: 1500 kcal
Calorie porzione: 375 - 250 kcal
INGREDIENTI
Alloro : alcune foglie
Castagne secche : 200 gr
Ceci messicani secchi : 200 gr
Cipolla piccola : 1
Olio extravergine d'oliva : 1 cucchiaio
Pasta : se piace
Peperoncino : se piace
Rosmarino : 2 rametti
Sale, pepe nero : q.b.
Scalogno : 1

La sera prima, meglio ancora 24 ore prima, mettete a mollo in acqua fredda ed in due recipienti separati i ceci, con un pizzico di bicarbonato, e le castagne. Il giorno dopo lessate in due recipienti separati i ceci assieme a 2 foglie di alloro e le castagne (anche queste con 2 foglie di alloro), finché siano teneri (ci vorranno circa due ore per i ceci, almeno un’ora per le castagne). Scolate le castagne, di cui butterete l’acqua di cottura, ed i ceci la cui acqua di cottura invece conserverete.
Mettete in una casseruola antiaderente a fondo spesso (meglio ancora se di coccio) un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e rosolate cipolla e scalogno con una buona dose di aghi di rosmarino. Dopo 2 - 3 minuti aggiungete un mestolino dell’acqua di cottura dei ceci, coprite la casseruola, abbassate il fuoco e lasciate stufare bene cipolla e scalogno per 5 minuti. Aggiungete quindi ceci e castagne e fate insaporire, mescolando, per alcuni minuti. Aggiungete quindi 2 - 3 foglie di alloro, gli aghi di un altro rametto di rosmarino, (un peperoncino se lo gradite) e l’acqua di cottura dei ceci (se non bastasse aggiungete acqua calda fino a coprire il tutto). Regolate di sale e di pepe nero, coprite la casseruola e cuocete a fuoco medio per circa 15 minuti, passati i quali dovrete frullare parte della zuppa usando un frullatore ad immersione o un robot e proseguire la cottura per altri 5 o 10 minuti. Servite caldo con fette di pane, meglio se integrale, tostato o secco. La densità della zuppa e l’eventuale aggiunta di pasta, che fa comunque parte della tradizione, sono lasciati al vostro esclusivo gusto.

La zuppa di ceci e castagne è probabilmente un piatto antichissimo, di una cucina povera basata sulle risorse del territorio e tipica dell’Italia centrale (Lazio e Abruzzo). Cucina certamente povera, ma non sgradita anche ai Re, se è documentata la sua ricetta in un documento della corte Angioina Napoletana attorno al 1200. In autunno in realtà venivano impiegate le castagne fresche, lessate e quindi sbucciate e mondate dalla pellicina interna: l’uso della castagne secche lo ha reso parte delle tradizioni di Natale in molte zone dell’Italia centrale, soprattutto dell’Abruzzo.
Le castagne vengono raccolte circa da settembre a dicembre: se in questo periodo amiamo andare a passeggiare nei boschi sicuramente torneremo a casa con un sacco pieno di questi frutti! La castagna è uno dei frutti più ricchi di amidi e zuccheri, che la rendono un’ottima fonte energetica (un cartoncino di caldarroste da 80 gr apporta circa 150 kcal), contiene pochi grassi (2 gr ogni 100); è ricca di fibre, potassio e vitamine del gruppo (soprattutto B1 e B6). Esistono due principali varietà: le Castagne (di numerosissime varietà diffuse nelle diverse zone castanicole italiane, derivano tutte dal castagno europeo e hanno prezzi sensibilmente inferiori) e i Marroni (prodotti dall’albero coltivato, sono più grossi con forma ovale o a cuore; particolarmente ricercati sul mercato hanno spesso prezzi elevati). Le castagne anche se sono un frutto non andrebbero mai consumate a fine pasto, ma sono invece un’ottima alternativa ad un contorno di patate o ad un primo. Si possono consumare anche come “piatto unico”, ad esempio latte e castagne lessate oppure castagne lessate e irrorate da un buon vino rosso. Possono essere utilizzate per fare ottimi dolci come i marrons glacè, o il tipico castagnaccio. Le castagne secche, inoltre, sono ottime per chi è a dieta o per fare un piccolo break poiché impegnano maggiormente la masticazione e la salivazione così si ha un maggior senso di riempimento. Durante la cottura buona parte dell’amido si riduce in zuccheri semplici, conferendo alle castagne il tipico sapore dolciastro e rendendole controindicate a chi soffre di diabete.